Per la prima volta nel post-Covid il turismo internazionale supera quello nazionale in Italia, sia per numero di arrivi sia per presenze nelle strutture ricettive. Lo rilevano i dati provvisori di Enit su base Istat comunicati durante l’Osservatorio Confindustria Alberghi – Str.
In totale nel 2023 gli arrivi nello Stivale sono stati 125 milioni (+5,5% sul 2002) di cui 62,8 milioni stranieri (+14%) e 62,2 domestici (-1,9%). A livello percentuale, la composizione è di 50,2% stranieri e 49,8% italiani.
Stesso discorso vale per le presenze, che in totale sono state oltre 431 milioni (+4,6% sul 2022) di cui 222,6 milioni i pernottamenti degli stranieri (+10,7%) e 208,5 milioni quelli dei turisti interni (-1,1%). A livello percentuale, la composizione è di 51,6% di presenze straniere e 48,4% italiane.
Va detto però che il numero degli arrivi nel 2023 non ha ancora eguagliato quello del 2019, mentre in termini di presenze, quelle degli internazionali hanno superato dello 0.9% quelle registrate nel 2019, quando erano 220 milioni.
L’importanza dei flussi internazionali è che aiutano la destagionalizzazione del sistema turistico italiano, come ha osservato Elena Di Raco, market research and statistics manager e marketing and promotion direction di Enit: “I viaggiatori internazionali si muovono sulle stagioni di spalla, e la sostenibilità del nostro settore passa proprio da un turismo che viaggia tutto l’anno. Il mercato Usa ad esempio cerca spesso destinazioni visitabili in tranquillità e quindi in periodi non affollati, e inoltre prenota anche 50 giorni prima della partenza, aiutando quindi gli hotel a pianificare meglio le loro vendite. In generale, la quota estera è più incisiva nei mesi primaverili e nel bimestre settembre-ottobre”.
A valore, la spesa degli stranieri in Italia nel 2023 è stata di 48,8 miliardi di euro (+15,5%), quella degli italiani all’estero di 29,3 miliardi (+21,7%).
Tornando ai pernottamenti, l’Italia nel 2023 è la seconda destinazione per presenze internazionali (e totali) in Europa, preceduta dalla Spagna, secondo i dati Enit su base Eurostat (provvisori). Mentre il Belpaese fa 431,1 milioni di presenze, la Spagna ne registra 452,4 e quest’ultima supera l’Italia anche per numero di notti dei turisti internazionali con 302,4 milioni di pernottamenti (Italia a 222,6 milioni).
Per il 2024 i dati Isnart per Enit-Unioncamere indicano già vendute il 40% delle camere disponili nelle strutture ricettive italiane per tutto il primo trimestre e per la Pasqua. Montagna, città e lago le aree di prodotto turistico che presentano dati di saturazione maggiori della media nazionale del periodo, in particolare nel nordest del Paese.
Il cambiamento nel 2024 sarà il ritorno alle destinazioni urbane. Mentre negli ultimi anni i turisti hanno mostrato una chiara preferenza per le destinazioni ‘sole e spiaggia’, già nel 2023 si è avuta un’inversione di rotta: il turismo nelle città è cresciuto del 52% rispetto al 2022, mentre le location ‘sole e spiaggia’ sono avanzate solo del 26 per cento.