A vincere l’ambito Lvmh Prize è Satoshi Kuwata, stilista fondatore del brand Setchu. A distanza di due mesi dall’annuncio dei nove finalisti di uno dei più importanti premi del fashion system, che per questa edizione vedeva in lizza anche gli italiani Magliano e Quira, Setchu si aggiudica il ricco montepremi di 300mila euro e un tutoraggio su misura dal team del colosso del lusso francese.
Non è il primo illustre riconoscimento per il designer giapponese: lo scorso luglio è stato il vincitore del concorso ‘Who is on Next?‘, il progetto di scouting di Altaroma e Vogue Italia che premia il talento dei giovani creativi del made in Italy, e nelle scorse settimane è stato uno dei tre talenti emergenti premiati alla terza edizione dei Cnmi Fashion Trust Grant. Un riconoscimento che gli è valso un ulteriore sostegno economico di 40mila euro.
“Avendo vissuto a Kyoto, Parigi, Milano, Londra e New York, Satoshi Kuwata ha sviluppato un approccio unico all’eleganza e una profonda conoscenza e rispetto per le diverse culture e l’artigianato in tutte le forme. La sua filosofia di stile è stata affinata lavorando in studi di design internazionali e come direttore creativo”, si legge sul sito dell’Lvmh Prize nel profilo a lui dedicato. Una carriera che lo ha portato a collaborare con Givenchy, Edun, Kanye West e Gareth Pugh, sviluppando al tempo stesso un occhio per la sartoria di qualità presso istituzioni come H.Huntsman and Sons a Savile Row a Londra.
Il designer nipponico, che ha scelto l’Italia come sede operativa, è ora alla sua quinta collezione, distribuita in tutto il mondo in stores come 10 Corso Como Milano, Antonia Milano, A’maree’s Newport Beach, Bergdorf Goodman New York, Biffi Milano, Beams Tokyo, Helgadesign Tel Aviv, Machine A London, Space Mue Seul.
A ricevere il premio Karl Lagerfeld, invece, sono stati l’italiano Luca Magliano con l’omonimo brand Magliano e Bettter, dell’ucraina Julie Pelipas, a cui spetteranno 150 mila euro e un anno di tutoraggio.
Seppur non sia stata l’Italia a trionfare nella giornata di ieri, è d’obbligo sottolineare come la creatività made in Italy si stia ritagliando uno spazio sempre più importante, anche al di fuori bel Paese. Proprio Magliano ha saputo farsi notare dagli addetti ai lavori già da alcuni anni. Le sue sfilate (la prossima in calendario durante l’imminente edizione di Milano Moda Uomo), riescono a far convergere atmosfere sofisticate e sartorialità, e il suo lavoro, di ricerca su un’estetica precisa, tipica della provincia italiana, viene fortemente apprezzato anche all’estero. Nel 2022 infatti il marchio, grazie ad una distribuzione in 60 punti vendita in tutto il mondo, ha registrato ricavi pari a 2,5 milioni di euro, in crescita del 100% rispetto al 2021, con vendite per il 75% all’estero e il 25% in Italia.
“Abbiamo consapevolezza che stiamo facendo un percorso nella giusta direzione. Sappiamo che c’è un vuoto, una necessità non soddisfatta, un modo di parlare di made in Italy, che noi con il nostro lavoro possiamo colmare. Anche se certo, da qui a dire ‘Sarà un successo!’ è troppo presto. Siamo ancora un ‘work i progress’, ma siamo diventati più grandi e siamo un’azienda a tutti gli effetti”, aveva dichiarato Magliano in occasione di un più ampio dossier dedicato alla new wave italiana.