Un hub unico nel suo genere, in grado di riunire creatori di gioielli, commercianti di pietre preziose, rivenditori, collezionisti, intenditori, acquirenti professionisti e privati. Una fiera nata nel 2018 dalle ‘ceneri’ di Baselworld e che nell’edizione appena conclusa (11-14 maggio) ha raccolto al Palexpo di Ginevra più di 4.300 visitatori, segnando un +20% rispetto all’incoming dell’edizione precedente. GemGenevè conferma il successo della sua formula “umana e attenta alla cultura del settore”, con un percorso fieristico “pensato dagli espositori per gli espositori”. Per quattro giorni l’evento ha offerto occasioni di acquisto di pezzi unici e di grande valore, ma anche occasioni di approfondimento con esperti di gemmologia e di antique jewelry, affiancando designer noti al pubblico internazionale e talenti emergenti.
Sullo sfondo i dati di settore: stando alle rilevazioni di Statista, il mercato globale della gioielleria second-hand dovrebbe raggiungere circa 1,3 miliardi di dollari (1,2 miliardi di euro al cambio attuale) di valore entro il 2027, contro i 444 milioni di dollari circa del 2021. McKinsey & Company stima per questo segmento una progressione annuale del 10-15% nel prossimo decennio, segnalando che già oggi gioielleria e orologi rappresentano quasi la metà del resale di lusso. “La gioielleria vintage – ha spiegato a Pambianconews Thomas Faerber, ideatore di GemGenève insieme a Ronny Totah – vive un momento di forte popolarità. Oltre a qualcosa di magnifico da possedere, rappresenta infatti un bene da investimento in grado di conservare, se non aumentare, il suo valore. Rispetto agli scossoni che il mercato azionario ha registrato di recente, gioielli e orologi antichi, oppure le pietre da investimento, trasmettono una maggiore sicurezza. Nel dettaglio, rileviamo un grande interesse per i diamanti colorati naturali, per i white diamond di piccole dimensioni e per le pietre colorate più difficili da trovare: tanzanite, opale nero oppure alcuni zaffiri dello Sri Lanka, per citarne alcuni”.
GemGenève ha ospitato 210 espositori, di cui 190 commercianti. Lo scorso autunno gli espositori erano 176, di cui 144 commercianti. Gli americani detengono ancora il primato, rappresentando un quarto dei partecipanti. Quindi si posizionano le aziende provenienti da Svizzera, Hong Kong, Germania, Israele, Belgio, Thailandia, India e Francia, seguite da quelle con sede nel Regno Unito, in Italia, Emirati Arabi Uniti, Sri Lanka e Singapore. Più contenuta la partecipazione da Russia, Polonia, Austria, Giappone, Spagna e Cina. Dal 2018 a oggi (fatta eccezione per lo stop del 2020 e le limitazioni del 2021 connessi alla pandemia) il salone ha visto aumentare il numero di stand, creando a partire dal 2022 un doppio appuntamento, autunnale e primaverile.
“La sfida consiste nel mantenere un equilibrio tra i punti fermi della nostra identità – ha aggiunto Ronny Totah, co-founder di GemGenève -, il desiderio di trasmettere la nostra passione ai giovani designer e alle scuole, la diversità del programma culturale, la volontà di rimanere un salone professionale a misura d’uomo, e il grande rilievo degli espositori e dei prodotti presentati. La visita deve essere quanto più piacevole e fluida per il visitatore. Non escludiamo, in futuro, di poter fare sistema con altre fiere di settore o con la stessa Watches & Wonders, ma questo solo a patto di non andare mai a snaturare GemGenève. Molti degli espositori qui presenti hanno lasciato Baselworld quando non si sentivano più rappresentati. Qui non può accadere lo stesso, perchè gli organizzatori sono espositori a loro volta e c’è un confronto costante”.
A valorizzare la creatività dei nuovi brand contribuisce soprattutto il Desginer Vivarium di GemGenève, una sezione curata e guidata da Vivienne Becker, storica del gioiello, che negli scorsi giorni ha acceso i riflettori sulle creazioni di Leen Heyne (Olanda), Lia Lam (Regno Unito), Nvw (Regno Unito), Oushaba (Regno Unito) ed Elena Okutova (Russia). Sono invece alla loro prima occasione di visibilità internazionale i giovani dell’area Emerging Talents and New Designers, il cui scouting, di edizione in edizione, avviene per lo più sui canali social.