“Ogni euro investito nel tessile-moda-accessorio e nei comparti contigui ne genera almeno 6-7, un vero effetto moltiplicatore che va però innescato e sostenuto, specie in un periodo economico complesso come questo”. Basterebbe questa dichiarazione di Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, a sintetizzare l’importanza delle 12 proposte contenute nel documento che il manager ha presentato all’esecutivo.
“Iniziative come il Tavolo della moda, voluto fin dal suo insediamento dal Governo e in particolare dal ministero dello Sviluppo economico e del made in Italy, sono stati segnali di interesse per il sistema moda allargato a settori come occhialeria, cosmetica e oreficeria. A partire e contando su questa disponibilità all’ascolto abbiamo pensato di presentare all’esecutivo un documento, dettagliato in dodici punti che consideriamo prioritari per il nostro sistema, in particolare in vista della legge di bilancio”, spiega Capasa a Il Sole 24 Ore.
Il presidente punta a un sostegno a un settore cardine per l’Italia, che contribuisce alla crescita del Pil, alla bilancia commerciale, all’occupazione e all’immagine del Belpaese oltre confine: “Nel 2022 il settore ‘tessile moda e accessori’ è cresciuto a doppia cifra, nel primo semestre il fatturato è aumentato del 6% e per l’intero anno, alla luce del rallentamento globale, prevediamo comunque una crescita del 4,5%, più di quattro volte superiore al dato complessivo del Pil italiano”.
I primi sette punti del documento sono raggruppati con la dicitura ‘Rafforzamento e potenziamento delle imprese con conseguenti effetti positivi sull’occupazione’ e vanno dal potenziamento del patent box alla valorizzazione degli asset intangibili delle imprese del made in Italy. Non manca il rafforzamento del credito d’imposta per attività di design e ideazione estetica, questione da tempo irrisolta, e il potenziamento del welfare aziendale.
“Ci sono temi, in particolare di sostenibilità ambientale e sociale, sui quali il Tma è molto avanzato. C’è bisogno però, per il nostro sistema e per l’intero Paese, di un autentico snellimento della burocrazia”, asserisce Capasa”. È a questo che fanno riferimento altri due dei punti sottoposti al Governo di Giorgia Meloni: il primo è l’esenzione dall’obbligo di redazione della certificazione contabile del credito d’imposta per investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione. Il secondo è un chiarimento definitivo sull’interpretazione della disciplina sul credito d’imposta in ricerca e sviluppo relativamente ai settori tessile, abbigliamento e calzature.
“Gli ultimi tre punti sono legati a formazione e trasferimento del know-how per rafforzare l’occupazione. Siamo consci, come sistema, di non aver fatto abbastanza negli anni, forse decenni, scorsi, per raccontare ai giovani e alle loro famiglie i mestieri del tessile-moda e dei settori collegati e la loro evoluzione e ci stiamo impegnando a migliorare questa narrazione. Ma resta il fatto che nei prossimi anni, per continuare a crescere e a essere un punto di forza del made in Italy, il sistema moda ha bisogno di 40mila nuovi addetti. Per questo chiediamo la reintroduzione e il potenziamento del credito d’imposta Formazione 4.0, l’introduzione di un contributo a fondo perduto per le academy aziendali e agevolazioni per il trasferimento generazionale delle competenze”, conclude il presidente della Camera Nazionale della Moda Italia, realtà che da tempo si coordina anche con altre associazioni del settore come Altagamma, Confindustria Moda e Pitti Immagine.