“L’estate è andata benissimo” racconta il manager. E prevede che le presenze continueranno a crescere, ma l’incognita dei costi energetici peserà molto sui fatturati 2023.
“Quella che si è appena chiusa è stata una stagione ottima per Hilton Italia e per la città di Roma” racconta Alessandro Cabella, Hilton area general manager Italy e managing director di Rome Cavalieri, A Waldorf Astoria Hotel. Responsabile direttamente del lussuoso albergo della Capitale, che ospita un parco privato di sei ettari e il Ristorante La Pergola con 3 stelle Michelin, oltre che della supervisione delle più importanti residenze del brand internazionale lungo la Penisola, il manager spiega che i grandi numeri che porta in dote l’estate 2022 sono probabilmente frutto del ‘blocco’ turistico degli anni precedenti, il prossimo futuro non sarà ‘tutto rose e fiori’ ma non per colpa delle presenze.
Finalmente il turismo è ripartito. Che estate è stata?
Ottima. In particolare per il mio Rome Cavalieri, come per gran parte degli hotel di lusso a Roma. Abbiamo avuto grandi presenze per tutta l’estate anche con punte al 100% di occupazione delle camere, grazie alla ripresa del turismo sia domestico che internazionale e in particolare al grande ritorno degli americani. L’impressione ‘sul campo’ è proprio che dopo due anni di privazioni gli ospiti si siano scatenati. Sia come ampiezza di vacanze che come capacità di spesa. Secondo i dati aggiornati a fine luglio infatti l’occupazione al Rome Cavalieri ha segnato +280% sul 2021 anche se ancora -19% sul 2019. Dato che però è stato compensato dal fatturato delle camere che invece è in linea con l’anno record 2019, grazie a un aumento del prezzo medio che è stato del +400% sul 2021. Posso dire che anche tutta Hilton Italia ha in generale vissuto questa tendenza: sia a Como che a Milano che a Venezia. Chi invece ha avuto estate più sottotono è stato Porto Rotondo, inaspettatamente.
Quando prevedete di tornare ai numeri pre pandemia?
In termini di utile siamo già oggi in positivo e chiuderemo il 2022 decisamente molto meglio di quello che prevedevamo nei budget. Manca un 10-15% rispetto agli utili del 2019, ma comunque abbiamo dati molto buoni in Italia anche come gruppo. Previsioni che sono ancora positive anche per il 2023, sia a livello nazionale che europeo per il brand, anche se le proiezioni ad oggi mostrano che l’aumento dei costi legati all’energia non sarà comunque coperto nemmeno dall’importante crescita di ricavi che stiamo prevedendo. Il dislivello di introiti sarà causato secondo noi sia dagli aumenti delle utenze che da quelli dei salari, perché nell’ospitalità resta ancora forte il problema della mancanza di personale qualificato.
Covid, guerra, crisi energetica: come si può uscire (bene) da questa situazione?
Con molta trasparenza confido che oggi sono un privilegiato al Rome Cavalieri: sto godendo di tariffe del 2020 perché avevo negoziato un prezzo per tre anni. Ma poi da gennaio… La parte più allarmante della questione però non sono nemmeno gli aumenti, ma il fatto che, non solo in Italia ma anche in Europa, non ci sono aziende fornitrici che oggi vogliono firmare contratti a causa della grande incertezza. Quindi ad oggi non sappiamo chi sarà il nostro fornitore di energia. Ecco perché stiamo ovviamente vagliando diverse soluzioni e proprio come Rome Cavalieri, ad esempio, stiamo investendo sulla tecnologia di co-generazione in modo da assorbire nei prossimi anni tra il 30 e il 40% degli aumenti. Ma solo da luglio 2023. Chiaramente nel frattempo i nostri margini di profitto saranno erosi e, molto sinceramente, dico che se potrò aumenterò i prezzi, senza strafare perché è un attimo uscire dal mercato.
Tra i grandi temi del settore, oltre al caro bollette, quali crede che saranno i più importanti?
Sicuramente quello della sostenibilità e dell’attenzione all’ambiente che era un argomento già molto sentito anche prima della crisi energetica, su spinta delle nuove generazioni di ospiti. Per Hilton è un pilastro della strategia a medio termine, perché uno degli obiettivi della compagnia è quello di essere, entro il 2030, a emissioni zero in tutti gli hotel e quindi già da ora ci stiamo dedicando molto a questo aspetto. In particolare, abbinando al green le altre richieste da parte degli ospiti che alla sostenibilità oggi uniscono la ricerca di esperienze. È un lavoro bello ma difficile, ci vogliono intelligenza e fantasia e bisogna avere l’umiltà di scoprire cosa fanno gli altri all’estero per prendere il meglio. Oggi si vuole vivere una vacanza nella quale si impari qualche cosa, meglio se in un contesto come l’Italia dove le bellezze storiche e naturali si aggiungono.
Un vero rilancio dell’ospitalità in Italia su cosa dovrebbe puntare?
La risposta è molto difficile. Se oggi il turismo, nonostante tutte le carenze che il settore sconta, produce il 14% del Pil, solo con la sistemazione e l’aggiornamento delle strutture e delle infrastrutture peserebbe immediatamente molto di più. Il turista di oggi non arriva in Italia solo per soggiornare, ma ha bisogno di vivere e condividere la destinazione con la sua peculiare cultura locale. Bisogna però raccontare bene cosa c’è e cosa offriamo, mentre oggi diamo per scontato che gli ospiti sappiano che in Italia c’è il 50% del patrimonio culturale mondiale. Dobbiamo comunicarlo meglio e non avere un approccio troppo approssimativo: con una strategia seria e articolata di destination marketing dobbiamo sottolineare quelle ricchezze che abbiamo per natura. Un esempio: Roma è la capitale più verde di tutta Europa ma nessuno lo sa; va spiegato e sottolineato. Poi ci sono i grandi eventi: va data continuità a una programmazione di alto livello che può dare certezze anche agli imprenditori dell’ospitalità.
Nel futuro che ruolo avrà l’ospitalità di lusso?
Il settore lusso ha un futuro molto roseo. Abbiamo visto che chi ha grande disponibilità economica già quest’anno ha speso tanto pur di godere della qualità in vacanza. Io penso che il mercato del lusso continuerà a evolversi anche se tutti noi operatori, e qui a Roma in particolare, dobbiamo capire che si deve lavorare in questa direzione, migliorando costantemente il prodotto e i servizi offerti. Sapendo che oggi il lusso è un fattore molto soggettivo e legato a motivi e concezioni diverse. Quindi bisogna specializzarsi e capire a quali utenti particolari ci si vuole rivolgere. Altro aspetto importante è che il mercato luxury è molto più giovane e che questa clientela va capita e seguita in modo nuovo. E per farlo servono investimenti, sul marketing e sulle strutture.
Quali le prospettive invece per il mercato Mice?
Il settore eventi sta finalmente vedendo una ripresa che è prevista in consolidamento per i mesi di fine 2022, da ottobre in avanti, anche se il vero ritorno di questo importante ambito anche per l’hotellerie è previsto per il 2023, anno che si prospetta in grande crescita. Le aziende infatti stanno sia pianificando nuovi incontri dal vivo sia riprogrammando i tanti eventi saltati per pandemia. Un forecast preciso è difficile da realizzare ma già oggi Hilton sta registrando ottimi risultati nel settore congressuale: proprio per questo motivo abbiamo di recente lanciato Making Moments, il nuovo concept per il mondo Mice che nasce per trasformare una cena, un aperitivo o un pranzo in un’esperienza unica. Anche perché sappiamo che il food è uno degli assi portanti in qualsiasi evento. Si tratta anche di un grande investimento per il futuro, tanto che prevediamo un’azione di promozione sul mercato Mice per i mesi finali del 2022 e per il 2023.