“Gli immobili riqualificati aumenteranno la qualità dell’offerta e stimoleranno le compravendite. Il mercato di sostituzione è una grande opportunità che va sfruttata al meglio e non va dimenticato che, vivere in un immobile green, determina un risparmio dei consumi ma anche e, soprattutto, benessere. Diventerà pertanto la prima scelta degli acquirenti”. Lo afferma Roberto Busso, amministratore delegato Gruppo Gabetti, che insieme a Politecnico di Milano e dal Politecnico di Torino ha presentato uno studio che analizza le preferenze degli italiani a livello di performance energetico-ambientali delle abitazioni e come queste influiscono sui prezzi di compravendita. “Le nuove normative europee in campo di efficientamento energetico, hanno reso ancora più evidente quanto sia vetusto il patrimonio residenziale italiano (il 74% è stato costruito prima degli anni ‘80, ovvero circa 9 milioni di edifici) e quanto, quindi, sia fondamentale intervenire immediatamente con opere di riqualificazione” evidenzia Busso, facendo presente che “vi è poi una maggiore consapevolezza degli italiani verso le tematiche energetiche, anche in tema ‘casa’, e questa nuova tendenza richiede di essere analizzata. Lato business, invece, la necessità di riqualificare energeticamente gli edifici ha aperto enormi spazi di mercato per il settore immobiliare e vi è la necessità di individuare gli strumenti necessari per soddisfare ancora di più le esigenze di questo mercato”.
Dall’analisi si osserva come vi sia un apprezzamento per la classe energetica in tutte le città analizzate. Tale apprezzamento è tanto maggiore quanto più alta è la classe energetica. Il rapporto costi/benefici è il nodo centrale: le famiglie sono interessate alla classe energetica solo quando questa evidenzia un sostanziale aumento delle prestazioni energetiche dell’edificio e, quindi, una conseguente diminuzione dei consumi. L’indagine evidenzia inoltre un aumento del divario tra il patrimonio riqualificato, che vedrà una domanda in costante crescita e un relativo aumento del valore, e il patrimonio non riqualificato che invece subirà un calo costante della domanda con conseguente diminuzione del valore. Nelle aree suburbane, la domanda di abitazione si concentrerà sempre di più su immobili con classe energetica elevata e si prospettano, inoltre, ulteriori massivi interventi di riqualificazione energetica degli immobili con classe energetica più bassa rispetto a quelli già realizzati grazie all’Ecobonus.
“La casa è e sarà sempre un bene primario, ora è anche luogo di lavoro, ciò significa che la transizione energetica stessa diventa ambito di discussione primario. La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano non è impellente solo perché la nuova normativa europea sta tracciando una nuova rotta, ma anche perché – chiosa – è la condizione necessaria per far crescere il mercato immobiliare e ampliarlo. Occorre una forte multidisciplinarità per arrivare a riqualificare milioni di metri quadri di edifici, ma è indispensabile che tutti i soggetti coinvolti parlino la stessa lingua. Le imprese di costruzione stesse dovrebbero accogliere i nuovi trend. Vista la notevole dimensione di mercato, gli istituti di credito hanno iniziato ad ampliare l’offerta di mutui green per acquisto e ristrutturazione a tassi agevolati, puntando così alla tenuta del valore nel tempo delle abitazioni”.