Potrebbe essere l’ultimo capitolo della ‘saga’ tra Adidas e Kanye West la decisione dell’azienda tedesca di vendere i modelli di Yeezy rimasti in magazzino dalla rottura dell’accordo con il rapper americano. Un’invenduto i cui ricavi saranno devoluti in beneficenza e che, si stimava nei risultati dei 12 mesi, avrebbe potuto causare per il colosso dello sportswear una riduzione dei ricavi di circa 1,2 miliardi nel 2023.
Come riportato da Wwd, l’AD di Adidas Bjørn Gulden ha comunicato agli investitori, in occasione dell’assemblea annuale della società tenutasi giovedì, che il ricavato dalla vendita delle sneakers a marchio Yeezy andrà ad organizzazioni che rappresentano tutte quelle persone che in qualche modo sono state danneggiate dai commenti e dai comportamenti di West. Per il momento però l’azienda non ha ancora specificato le modalità con le quali gli articoli verranno rimessi sul mercato, tantomeno i nomi degli enti benefici.
Una decisione che cancellerebbe dunque per Adidas anche il rischio di ‘inciampare’ in qualche incidente mediatico (nonostante questa potrebbe comportare ad una possibile percentuale sulle vendite per West). Già nella call agli analisti dello scorso trimestre Gulden aveva infatti parlato apertamente delle opzioni che erano state presentate in merito al ‘problema Yeezy’, specificando come la sola vendita dei prodotti avrebbe potenzialmente potuto aumentare i ricavi dell’azienda, comportando un possibile rischio in termini di reputazione e immagine. In precedenza infatti, sempre secondo quanto riporta la testata americana, Adidas aveva vagliato l’ipotesi di ridurre le perdite ‘ribrandizzando’ e rimettendo in vendita le discusse calzature. Contemporaneamente, dichiarava il manager tedesco, bruciare e far sparire tutto l’invenduto causerebbe un serio problema di inquinamento.
Propio a seguito del divorzio con Kanye West il colosso dello sportswear tedesco ha accusato una serie di contraccolpi: la contrazione degli utili nel 2022 (anno in cui è stata interrotta la collaborazione con Kanye ‘Ye’ West), i profitti netti scesi a 254 milioni di euro contro gli 1,49 miliardi del 2021, e le recenti accuse degli investitori, che nelle scorse settimane hanno citato in giudizio l’azienda perché a conoscenza dei rischi che avrebbe comportato la partnership con West, molto prima dei recenti scandali.
Nonostante un fine 2022 turbolento e le accuse, Adidas è riuscita a chiudere al di sopra delle aspettative i primi tre mesi del 2023, con un performance ‘flat’ rispetto allo stesso periodo del 2022, con vendite per 5,3 miliardi di euro (-0,5%), ma superiore alle attese del gruppo e degli analisti che si aspettavano un calo dei ricavi del 4 per cento. L’utile operativo è stato positivo per 60 milioni di euro, in calo dell’87% su base annua e la perdita netta da attività ricorrenti della società è stata pari a 24 milioni di euro (nel 2022 era positivo per 310 milioni). Pesa ancora l’assenza di Yeezy, che solo sull’e-commerce ha influito con un -23 per cento, perché, come spiegato dallo stesso AD in una nota, la stragrande maggioranza di questo prodotto veniva venduta attraverso il canale online di Adidas.