La filiera delle costruzioni crescerà del 4% nel 2023. La stima è di Federcostruzioni, che in occasione dell’inaugrazione di Saie (fino al 21 ottobre a Bari) ha presentato nel consuetp rapporto dedicato la fotografia del settore. I numeri del 2022 mostrano un valore della produzione di 600 miliardi di euro, con un aumento di 100 miliardi (+19,6%) rispetto all’anno precedente, dovuto soprattutto all’impatto decisivo dei bonus fiscali e del Pnrr. Degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, 108 miliardi riguardano proprio il mondo delle costruzioni. Emerge anche che il 78% della spesa già fatta del Pnrr riguarda investimenti in costruzioni. Buone notizie anche sul fronte occupazione: a fine 2022 il numero di addetti era di poco più di 3 milioni di unità, ben 250mila unità in più (+9%) sul 2021. Il tutto con un notevole impatto su tutto il tessuto economico del Paese: negli ultimi due anni, secondo il MEF, oltre la metà della crescita del Pil italiano è attribuibile all’edilizia e alla sua lunga filiera produttiva. Tuttavia, sul futuro della filiera ci sono alcune ombre: inflazione, aumento dei costi dell’energia, instabilità geopolitica e il taglio del Superbonus rendono complesso prevedere con certezza l’andamento nel corso del 2024.
Nell’ambito dei lavori pubblici, come rilevato dal monitoraggio ANCE-Infoplus, il 2022 ha visto la pubblicazione di circa 23mila gare per lavori pubblici per un ammontare corrispondente di 72,3 miliardi. Rispetto al 2021, la dinamica della domanda mostra una fortissima accelerazione in termini di importi banditi, posizionandosi ad un livello più che doppio (+123%) rispetto a quanto registrato nel 2021 (32 miliardi). Particolarmente importante per la filiera il capitolo della riqualificazione abitativa. La direttiva europea Casa Green stabilisce che gli edifici residenziali dovranno raggiungere, come minimo, la classe di prestazione energetica E entro il 2030, e la classe D entro il 2033, per poi toccare il net-zero al 2050. In questo contesto, il Superbonus e gli altri incentivi hanno supportato la capacità di spesa delle famiglie, come conferma il Centro Studi Ance, che ha stimato al 30 settembre 2023, circa 430.000 interventi di efficientamento energetico. Ora però serve una soluzione sui crediti incagliati, pari a quasi 95 mila interventi a rischio.
“Affrontiamo un’incertezza economica acuita da crediti incagliati, caro materiali, inflazione, alti tassi d’interesse ed una complessa instabilità geopolitica”, evidenzia Paola Marone, Presidente di Federcostruzioni. “Nonostante ciò, la filiera confida in una piena attuazione del PNRR e una gestione oculata e concreta della transizione verde per garantire non solo una risposta robusta e flessibile alle urgenti sfide sociali e ambientali che caratterizzano il nostro tempo, ma anche la competitività green della nostra filiera industriale. È urgente poi risolvere la problematica dei crediti incagliati e concedere proroga per i lavori già in corso relativi al Superbonus 110%”, conclude.