“Siamo quasi a regime”. Sembra un’affermazione interlocutoria quella scelta da Andrea Prevosti, general manager dell’Hotel Parker’s di Napoli, per raccontare lo stato dell’arte nel percorso di crescita del più antico albergo di Napoli. E invece, da buon piemontese prestato all’accoglienza partenopea, il manager misura numeri e performance sulla base di una tabella di marcia precisa.
“La ristrutturazione avviata nel 2020 è quasi conclusa – chiarisce Prevosti – e il riposizionamento sul segmento lusso si è dimostrato una scelta giusta. Oggi gli hotel funzionano se attraggono una clientela alto spendente e per noi significa raggiungere un ricavo medio per camera di 350 euro, obiettivo ormai alla portata”.
Partendo da un hotel che già si posizionava in fascia 5 stelle Lusso con 82 camere, ma che risultava un poco vetusto, in piena pandemia la scelta della proprietà – la famiglia napoletana Avallone – è stata quella di ricapitalizzare e investire quasi 20 milioni di euro nella ristrutturazione. “L’intervento ha portato a ridurre il numero di camere a 67 – spiega il GM – con la realizzazione di 14 suite e due appartamenti. Questo ci ha consentito di attrarre una clientela completamente diversa rispetto a prima, quando il nostro ricavo medio per camera era intorno ai 100 euro, allineato a quello dell’offerta standard a Napoli. Oggi viaggiamo a
circa 350 euro per camera perché la qualità della struttura, dei servizi e degli outlet di ristorazione ci consente di essere attrattivi per una clientela di fascia alta”.
Il target su cui il Parker’s si concentra oggi è il turista americano che approda a Napoli come base per andare in Costiera Amalfitana e “il nostro obiettivo è che si fermi qualche tempo in più in città – strizza l’occhio Prevosti – per questo offriamo un prodotto di alto livello. E poi Napoli è stata sdoganata finalmente a livello mondiale dalla fama di luogo pericoloso, diventando piuttosto l’emblema di città brillante”. Questa evoluzione, secondo il manager, è legata a una parola chiave: autenticità. “Se si pensa alle grandi destinazioni turistiche italiane – sottolinea – hanno perso parte della propria natura. Venezia o Firenze sono meravigliose, ma in qualche modo il turismo ha sovrascritto parte della loro identità. Napoli invece mantiene intatti i connotati veri di una città viva, autentica. In centro storico la gente ci vive e dunque è parte dell’esperienza del visitatore scoprire come vivono i napoletani. Napoli è un paesaggio vivente e il Parker’s sta cercando di diventare una destinazione, per cui scegli di essere nostro ospite per poter conoscere l’anima di Napoli”.
Se da un lato sono stati rafforzati i servizi e in particolare gli outlet di ristorazione, per cui oggi viene offerto un all-day-dining mentre il George Restaurant vanta una stella Michelin, il grande asset del Parker’s è lo staff. “L’ospite vuole essere accolto da uno storytelling che consenta di vivere l’ospitalità d’altri tempi e noi abbiamo degli ‘artisti’ in questo – chiosa il GM – anche perché un altro grande investimento sostenuto dalla famiglia Avallone è stato tenere a bordo 80 dipendenti anche durante la pandemia, anche quando vendevamo meno del 30% della disponibilità”.
Scavallato il Covid, il 2022 ha visto un buon recupero con un fatturato arrivato a circa 6 milioni di euro, ma l’obiettivo 2023 è arrivare a 10 milioni. “È un target soddisfacente – conclude Prevosti – ma il nostro percorso mira ad essere il primo hotel di Napoli anche per posizionamento e uno dei primi in Italia. Abbiamo una famiglia che ci mette la faccia, siamo un albergo indipendente e la nostra storia parla da sé, visto che l’hotel è stato il primo 5 stelle in città. Vogliamo posizionarci in alto”.