Secondo il China National Bureau of Statistics, nel primo trimestre di quest’anno il Pil cinese, pari a 29.600 miliardi di renminbi (circa 3.850 miliardi di euro) è cresciuto del 5,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il dato ha battuto le stime del consensus Reuters, ferme a un +4,6 per cento. Su base congiunturale, la progressione è dell’1,6%, contro il +1,4% ipotizzato dal mercato.
Non mancano tuttavia dati in chiaroscuro: nel mese di marzo infatti la produzione industriale è aumentata del 4,5% anno su anno, sotto al +6% preventivato.
Le vendite al dettaglio sono state pari a 123,27 miliardi di renminbi, registrando nel Q1 un +4,7 per cento. Nel mese di marzo, il retail è cresciuto del 3,1% su base annua, non raggiungendo il target del +4,6 per cento. Più nello specifico, le vendite di abbigliamento, calzature e maglieria sono aumentate del 2,5% a 369,4 miliardi di renminbi nel primo trimestre. La spesa pro capite per l’abbigliamento è aumentata del 12,4% raggiungendo 492 renminbi.
Va ricordato che il +5,3% del Pil nel Q1 è di poco superiore al +5,2% del Q4 2023 ed è tra i più bassi registrati nell’Ex Celeste Impero dal 1990 a oggi, fatta eccezione per il periodo della pandemia Covid-19.
Il governo del Gigante asiatico ha calcolato per l’anno un aumento del 5% circa: la scorsa settimana Morgan Stanley ha invece prospettato un +4,8 per cento.
Quanto alla reazione delle Borse cinesi, a fronte di un Pil performante queste hanno ampliato le loro perdite: “l’indice Composite di Shanghai – spiega Il Sole 24 Ore – cede lo 0,88% a 3.030,58 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 2,65% crollando a quota 1.657,63″.
Nei primi tre mesi del 2024 il commercio internazionale della Cina con il resto del mondo ha evidenziato un aumento delle esportazioni (+1,5%), delle importazioni (+1,5 per cento). Tuttavia, nel solo mese di marzo, l’export cinese ha segnato un -7,5% rispetto all’anno precedente, mentre le importazioni sono diminuite dell’1,9% e il commercio totale è calato del 5,1 per cento.